Sono già passati 2 anni dal 9 marzo 2020 data simbolo per tutta la popolazione di una “nuova vita”. L’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte annunciava a reti unificate che l’Italia sarebbe diventata “zona protetta”. Tradotto: iniziava una delle pagine più buie del Secondo dopoguerra. Per più di tre mesi ogni italiano ha vissuto agli arresti domiciliari forzati per cercare di salvaguardare un sistema sanitario al collasso e capire che piano attuare per arginare una malattia che incuteva molta incertezza sia nelle istituzioni politiche che scientifiche.

Oggi, dopo una quasi normalizzazione del virus a livello di percezione sociale, usciremo dallo stato di emergenza sanitario per entrare in un nuovo stato di emergenza europeo. Da circa 2 settimane, come ben noto, è scoppiata la guerra in Ucraina a seguito dell’invasione russa. Una guerra direttamente collegata a noi, che sentiamo più vicina, e che rischia di rimettere nuovamente in ginocchio le varie economie europee già martoriate da due anni di chiusure totali e parziali (vedi caro bollette e materie prime). Una guerra che a differenza delle altre che si sono susseguite dal 1945 fino ad oggi, delle quali se n’è sempre parlato o poco o con un distacco totale (quasi non avvenissero), ha un filo rosso di continuità con quanto accaduto durante questi due anni di quarantene, tamponi e vaccini.
La condizione in cui verteva l’Unione europea a livello di coesione politica tra i vari rappresentanti comunitari e a livello di percezione sociale prima del 2020 era ai minimi storici. Complici furono gli anni, che tanti italiani ma soprattutto greci non dimenticano, di Austerity che hanno visto paralizzare le varie capacità di spesa statali condizionando direttamente la vita di numerosi cittadini. In quegli anni imperava la Troika, un essere mitologico che aveva decisamente messo in dubbio le fondamenta del patto europeo evidenziando come l’Unione fosse retta da logiche esclusivamente economiche e non politiche. Situazione che giovava anche all’ordine internazionale, con gli USA da una parte contenti di vedere il popolo europeo frammentato e diviso e le potenze asiatiche dall’altra a farla da padrone per stabilire nuovi patti commerciali con lo scopo di destabilizzare il patto atlantico.

Incredibilmente la pandemia causata dal corona virus ha arginato questo fiume in piena destinato ad esondare perché per la prima volta a livello mondiale si è verificata una situazione di perfetta simmetria economica al ribasso: tutto il mondo è stato colpito. In Europa quindi si è dato un vero e proprio impulso, soprattutto dagli stati del Nord, per ricreare un nuovo inizio basato sui principi di cooperazione e unione (quelli che dovrebbero reggere da sempre l’unione dei 27). Duole scriverlo ma la tragedia pandemica ha di fatto riequilibrato i rapporti di forza europei e mondiali in modo tale che a livello comunitario si unissero le forze e si aiutassero i Paesi membri più fortemente colpiti, in primis l’Italia. La guerra odierna tra Russia e Ucraina ha accelerato questo trend coalizzando ancora maggiormente gli stati europei e il patto atlantico. Di fatto quindi i nemici che si sono succeduti, Covid e Russia, hanno ricostruito un legame politico che dall’introduzione dell’euro fino ai giorni nostri stava lentamente scemando. Il PNRR è l’esempio più concreto di quanto riportato sopra.
Oggi quindi siamo tutti contenti di essere europei e protetti dalla NATO.
È recessione quando il tuo vicino perde il lavoro; è depressione quando lo perdi tu.
Harry Truman
EDOARDO CAPPELLARI