Chi l’avrebbe mai detto che nella fredda, nebbiosa e piatta Lombardia oltre al panetùn e a Milano c’è una realtà florida, dinamica ma soprattutto floreale come quella del Lago Maggiore. Ebbene sì, un lago stretto che bagna due regioni diverse sconfinando nello stato elvetico.

Una terra diversa dalla Lombardia e dal Piemonte industriale fatta di fabbrichette e città futuristiche: immense distese di verde bagnate da acqua dolce con le montagne ancora gentili che fungono da cornice. Un locus amenus che trasporta la mente in un altro dove lontano dalla città caotica, lontano dal traffico. Terra borromea, costruita in parte da una famiglia potente che decise di investire tempo, denaro e prole in un territorio ricco di opportunità.
Territorio soprattutto rappresentato da tre meravigliose isole che in tutto il loro splendore emergono al centro di questa lunga striscia d’acqua: Isola Bella, Isola Madre e Isola Superiore (dei pescatori).




Mi ripeto: chi l’avrebbe mai detto che su Isola Madre, per volontà della famiglia Borromeo ci si possa trovare specie di fauna e flora proveniente da tutto il mondo: aceri, palme, eucalipti, grandi Gingko biloba, cipressi del Kashmir passando per pavoni, pappagalli, galli moroseta… addirittura a Parco Pallavicino sono presenti canguri, zebre, aironi. Animali rimasti offesi non reintroducibili nel loro habitat naturale.

Isola Bella con il suo maestoso giardino all’italiana, casa di Vitaliano VI Borromeo fu inoltre teatro di un accordo stipulato in funzione anti-tedesca da Mussolini e i rispettivi capi di governo di Inghilterra e Francia nel 1935. Sappiamo tutti l’epilogo.
Non solo quindi un territorio florido dal punto di vista ambientale ma anche da quello storico culturale.
“Se per caso si ha un cuore sensibile, bisogna vendersi anche la camicia pur di vedere i dintorni del Lago Maggiore”.
Abbasso gli stereotipi che pervadono ogni regione d’Italia: stereotipi negativi e positivi.
L’Italia è veramente il Paese più bello del mondo.
EDOARDO CAPPELLARI