L’AMORE È SEMPRE “AMORE PER L’ALTRO”

Il Festival della Letteratura di Mantova ha un non so che di magico.

La città cambia, respira aria nuova, che sa di lettura…che sa di cultura: il centro è febbricitante. Non è un eufemismo sostenere che la città del poeta Virgilio riprende vita e assapora nuovamente gli antichi fasti ormai passati. Il Festival della Letteratura è l’esempio di come la cultura rappresenti un modo alternativo di “fare economia”. Da oltre vent’anni si organizza questo magnifico summit di esperti, scrittori, poeti nella città gonzaghesca che crescendo e acquisendo prestigio nel tempo è arrivato a rappresentare un momento di altissima formazione e dialogo.

Il 6 settembre 2019 a Palazzo Ducale – Piazza Castello lo psicoanalista, saggista e accademico Massimo Recalcati ha presieduto una conferenza intitolata: L’AMORE È SEMPRE AMORE PER L’ALTRO.

Il titolo eloquente deriva da un interrogativo da cui Recalcati parte risolcando le orme del filosofo psichiatra Jacques Lacan: l’amore nella forma espressa è sicuramente sempre per l’altro o è solitamente narcisistico?

La risposta che ognuno di noi darebbe sembra quasi banale e scontata: “Ovvio che sia per l’altro!!”.

Nella praticità dell’amore (se quest’ultimo può avere una sua praticità) è però così scontata la risposta? Rileggendo Freud, sostiene Recalcati, si ha infatti una visione completamente diversa dell’amore ideale che tutti noi intendiamo: “l’amore ha una natura ingannevole, è amore narcisistico, per noi stessi”.  Freud sosteneva che quando la persona dichiara amore per un’altra sancisce amore per se stessa, ovvero tramite l’immagine del partner ribadisce il proprio amore narciso. Significa che noi NON amiamo il nostro partner, ma amiamo come l’altro rispecchia la nostra persona: non è amore incondizionato bensì condizionato dall’altro stesso.

Io amo attraverso di te, l’immagine idealizzata di me stesso che tu mi restituisci.

Massimo Recalcati

In realtà si può ribadire che esiste un amore per l’altro partendo da un secondo interrogativo: l’amore è nell’ordine del sacrificio? Un errore che si tende a compiere è identificare il gesto amoroso, l’atto d’amore come atto sacrificale per l’altro. Un esempio che l’autore sopra citato porta è il “sacrificio” che Cristo ha fatto in croce. Perché la parola sacrificio è virgolettata? Gesù in realtà non si sta “sacrificando” ma sta radicalmente amando il prossimo. Se l’amore è sacrificale allora contraddice se stesso.

In Giovanni (Gv 10,11-18) troviamo infatti le parole dettate dal figlio di Dio: io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso.

È un’esperienza di donazione, di amore.

Allo stesso modo la madre offre amore al figlio: un amore incondizionato che non è sacrificio per il figlio ma amore puro. Quando una madre dedica cura, attenzione, perde occasioni professionali, si affatica per il proprio figlio, è nel sacrificio?

La mamma quando cura il figlio non sacrifica se stessa ma dona la propria persona.

Palazzo Andreani,
Mantova

La parola sacrificio nei due esempi è quindi errata: il sacrificio presuppone sempre un ritorno dall’altro. La donazione invece è tutta nella donazione stessa: la madre mentre cura il proprio figlio si soddisfa della cura stessa, nel vedere che il figlio migliora la propria condizione. L’amante soddisfa il proprio amore quando ama. Recalcati citando una frase riportata dall’amico Enzo Bianchi sottolinea come “nell’amore la gloria è sempre di chi ama”. La gloria quindi non è essere amati (componente necessaria), bensì nell’atto dell’amare che rimane comunque un atto dispendioso!

Non bisogna dimenticare inoltre che nell’amore tra persone, vi è comunque sempre una componente appropriativa: quando dico ti amo dico allo stesso tempo ti voglio. Una componente appropriativa però speciale: voglio possedere la libertà dell’altro intendendo che l’altro liberamente deve scegliere me. Voglio possedere la libertà dell’altro senza possederla realmente, ovvero che la libertà nel possesso continui a rimanere libera. Impresa ardua e paradossale!

La spinta appropriativa viene spesso confusa fino a sfociare in rapporti di violenza fisica e morale. La violenza non può essere amorosa: non esiste il delitto passionale, l’omicidio amoroso. L’amore accende una spinta violenta ma la violenza è un tradimento dell’amore. In questo caso quindi si tratta di un amore possessivo, tossico, narciso.  

Quando facciamo esperienza dell’amore facciamo esperienza di un nuovo mondo con l’altro. La persona amata cambia il nostro mondo perché visto dalla prospettiva del DUE: della condivisione. Nel momento in cui questo nuovo mondo si perde finisce (fine di un rapporto di coppia), crolla tutta la bellezza del mondo condiviso. In questo caso si può instaurare la violenza, la violenza assassina che profana ingiustificatamente l’amore. Una violenza che devono subire le donne in quanto tali ma soprattutto in quanto libere. Libere di spirito e di mente perché incomprensibili agli occhi dell’uomo e perché portatrici di un mistero indecifrabile. Le donne sono infatti tutte eccezioni, tutte diverse, differenti. La donna è il nome della libertà. La donna non ha la divisa fallica. Per questo l’uomo priva la donna della sua libertà mantenendola prigioniera. Gli uomini spaventati da questa libertà, da questa differenza, intervengono con la violenza fisica e psicologica. Violenza identificabile nel patriarcato o nella violenza pedagogica: “ti dico io (come uomo) come deve essere una donna”.

L’amore è altro.

Amore è libertà, condivisione. Amore è come diceva il filosofo Maritain amare il nucleo dell’altro, ovvero non la somma delle singole componenti ma il tutto.

Lessico Amoroso, trasmissione andata in onda su Rai Tre

L’ultimo interrogativo con cui Recalcati conclude la conferenza è: l’amore è per sempre?

Ogni amore infatti si giura infinitezza e durevolezza. Sostantivi difficili da attribuire ad un verbo così complicato come quello dell’amare. Eppure, l’amore per sempre ed incondizionato trova il suo esempio massimo nell’amore genitoriale. Quindi è un amore possibile, che esiste.

Ma l’amore degli amanti?

Amore è la riscoperta delle insenature del corpo dell’altro, della persona in quanto tale, amore è il nuovo che si rivede nel quotidiano con l’altro. Quindi per definizione non può essere un amore consumista e consumistico, bensì un amore che prende un impegno, un amore trasgressivo ricordando come “è molto più trasgressivo giurare amore eterno che passare da un corpo all’altro senza alcun vincolo amoroso”.

EDOARDO CAPPELLARI

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