REDDITO DI CITTADINANZA?

In Italia serve un reddito di cittadinanza? Ad avviso di chi scrive sì, o meglio: serve una risposta concreta al problema povertà.

Innanzitutto, è bene sottolineare che per quanto riguarda la proposta fatta dal governo, non si tratta di un vero e proprio reddito di cittadinanza (il quale dovrebbe essere elargito per definizione a tutti i cittadini italiani), bensì di un reddito minimo condizionato. Le condizioni per le quali si potrebbe usufruire della manovra proposta, infatti, dipendono dalla situazione economica personale del richiedente.

PROPOSTA

Simulazione Istat

Il principio su cui si fonda la manovra stessa è del tutto condivisibile: perché mai un paese civile dovrebbe accettare che al proprio interno ci siano più di 5 milioni di poveri assoluti? Su questo non dovrebbe esserci opinione discordante tra nessuno degli addetti ai lavori.

La proposta parlamentare grillina, risalente al 2013, ha di fatto portato alla luce, in un dibattito sempre più polarizzato, un problema reale all’interno del nostro paese. La fumosità della manovra così come pensata però, soprattutto perché elargita in deficit, fa rimanere molto scettici su quali possibili conseguenze avrebbe sull’intero sistema economico. Il rischio che la riuscita risulti inefficace ad oggi è molto alto soprattutto perché non è stata ancora elaborata una vera e propria messa in atto su cui discutere (a meno che questa non sia presente tra le fila del Governo e venga resa pubblica successivamente).

Bisogna ribadire un’ulteriore volta che il reddito di cittadinanza (all’ italiana) si fonda su un principio che a mio avviso non si può ritenere sbagliato, ma così come pensato rischia di diventare più che un aiuto al rilancio economico e morale, un vero e proprio sussidio di stato. La riuscita del reddito di cittadinanza non dipenderebbe dal fatto che i soldi arrivino o meno a coloro che ne hanno fatto richiesta, bensì che all’ interno di un arco di tempo ragionevole, quest’ultimi trovino un lavoro. Inoltre, il reddito di cittadinanza 5 stelle è pensato per proporre tre lavori differenti a coloro che ne fanno richiesta sulla base delle caratteristiche della persona, senza però apparentemente depurarsi da una concezione di “povero” abbastanza stereotipata: un senza tetto non è paragonabile ad un tossico dipendente o ad un padre di famiglia licenziato due anni fa. Il percorso di inserimento in un ipotetico mondo del lavoro sarebbe in questo caso totalmente diverso per i soggetti presi in esame, anche perché per i primi due casi non si dovrebbe parlare solo di un percorso lavorativo.Reddito di cittadinanza schema

La forte presa che ha avuto la proposta dell’instaurazione del reddito di cittadinanza, aldilà di tutti i vari tecnicismi insiti al suo interno, mostra comunque un dato preoccupante: innanzitutto vi è una consistente parte di popolazione che vive in uno stato di povertà conclamato o comunque identificata come povera (stando agli ultimi dati forniti dall’ISTAT), inoltre, vi è un divario di percezione di priorità tra Nord e Sud ormai lampante. La questione meridionale ha per così dire avuto l’apoteosi proprio durante le ultime votazioni nazionali: non è infatti un caso che i 5 stelle (forza politica che propone un aiuto al reddito) abbiano totalizzato la maggioranza dei voti nelle regioni del sud Italia (area geografica da sempre più povera).

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Dati Istat

Il problema politico in questo caso è che a maggio 2019 ci saranno le votazioni per eleggere i parlamentari europei. È una vera e propria elezione spartiacque: il “movimento” deve per forza (politicamente parlando) strutturare il reddito di cittadinanza prima delle votazioni e stilare una graduatoria dei possibili aggiudicatari per non perdere vistosamente troppi consensi. Il problema correlato nasce dalla “questione Lega”: l’attività maliziosa e perfettamente architettata di Matteo Salvini, non fa altro che oscurare ogni giorno sempre più tutto ciò che viene proposto dal Movimento 5 stelle. Significa che in termini di voti, alle prossime europee la Lega potrebbe addirittura superare i consensi grillini.

Che sia chiaro, il reddito di cittadinanza non è strutturato bene, ma è una buona proposta su cui si dovrebbe instaurare un discorso comune per creare un unico fronte parlamentare e cercare di arginare un problema che tocca sempre più persone.

L’indigente ha problemi reali, concreti e tangibili che si ripropongono quotidianamente tutti i giorni della settimana: stiamo parlando di persone reali che fanno anch’esse parte della società. È doveroso che la Politica si prenda le proprie responsabilità e incominci a redistribuire la ricchezza all’interno del Paese: ricchezza che è sempre più nelle mani di pochi a discapito dei tanti.

EDOARDO CAPPELLARI

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