VASCO vs SFERA EBBASTA

Si sa, in molte cose i gusti soggettivi la fanno da padrone. C’è sempre il rischio però che la soggettività si trasformi in un “dico quello che voglio perché la penso così” (per approfondimenti digitare su google: la terra è piatta, i vaccini fanno male, etc.).

A bocce ferme mi piacerebbe riparlare della “questione” Sfera Ebbasta. Che la Trap possa piacere o meno, ahimè come già menzionato, rientra nei così detti gusti personali e su questo non si discute. Se però si incomincia a criticare il messaggio che l’artista in questione vuole comunicare allora due o tre cose si possono dire. In primis, io il messaggio non lo capisco: tutti questi ragazzi presi dalla strada che dichiaratamente non hanno mai avuto voglia di far niente, che dichiaratamente abusano di qualsiasi sostanza, che dichiaratamente chiamano le donne bitch (perché puttana è meno trendy), non li vedo come divulgatori di messaggi che scuotono l’opinione pubblica.

ebbasta

Sfera Ebbasta

Per intenderci: “Fanculo alla madama, ah, per davvero| Scippiamo una puttana, si, per davvero| Io lo faccio per davvero”, “Nella tomba mi voglio portare soldi ed erba| Ma prima di andarci voglio uscire dalla merda| Spiegarti com’è che vivo, non credo che serva| Hai presente un grammo?” sono solo un piccolo esempio di loro comunicazioni sociali. Potrei andare avanti….

Ribadendo che ognuno nelle sue cuffiette può ascoltare quello che vuole, intervengo nel momento in cui si parla a sproposito.

Dato che oggettivamente si possono analizzare i testi delle canzoni mi sembra irrispettoso e pure da ignoranti accostare il messaggio che vuole far passare la TRAP con quello che ha fatto passare e fa passare tutt’ora VASCO ROSSI. Per chiarire, non sono uno di quei fan che si tatuerebbe il ritratto di Vasco sulla schiena o l’autografo in un braccio, ma semplicemente sono una persona che Vasco l’ha ascoltato parecchio in tutte le sue versioni, l’ha cantato e l’ha suonato.

Partiamo dall’ accusa fondante: “Se voi dite che Sfera Ebbasta inneggia alla droga, alla vita al limite, allora Vasco che fa?!??!” (e i Marò!!?!?! E i poteri forti!?!?! E i clandestini!!?!?).

La risposta potrebbe essere abbastanza concisa: ascoltatelo e capite.

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Vasco Rossi

Vasco non ha mai inneggiato alla droga come un vanto o un lusso. Il rocker di Zocca, più di una volta in svariate interviste ha sempre sottolineato come lui avesse il male di vivere (cit. di Montale… Chissà se Sfera Ebbasta lo conosce) e che questo gli creasse un’angoscia perenne. Se n’è mai vantato? No. Ha assunto un comportamento modello negli anni? No. Da questo a paragonare il messaggio di Vasco Rossi con quello dei “trapp(er)isti” (e magari fossero i monaci!) ne passa di acqua sotto i ponti.

In un post su facebook in merito alla canzone “Bollicine”, Vasco scrisse che si divertiva a spaventare i benpensanti, quelli che avevano paura del suo linguaggio e delle sue canzoni. Cantata e suonata nei pieni anni Ottanta, aveva un messaggio molto forte al suo interno: era per denunciare e autodenunciarsi all’opinione pubblica che riteneva (come oggi) i tossici degli emarginati, dei reietti, senza capire che tutti hanno una storia alle spalle.

vasco bollicine.PNG

Post del 18 febbraio 2019

Vasco era uno di loro. Vasco è sempre stato uno di noi: una vita comune, con problematiche comuni. Altrochè Bitch, Money, Erba… ha sempre parlato delle donne in maniera romantica ma struggente, di donne che l’hanno amato e ferito, ha sempre parlato di una Vita Spericolata che voleva essere uguale a quella di Steve McQueen ma che non è mai stata, ha sempre parlato della droga come una cosa che sotto sotto lo faceva stare male. La canzone Siamo Solo Noi ha proprio eviscerato il messaggio di cui sto parlando: “Siamo solo noi che andiamo a letto la mattina presto e ci svegliamo con il mal di testa |siamo solo noi che non abbiamo vita regolare che non ci sappiamo limitare|siamo solo noi che non abbiamo più rispetto per niente neanche per la mente |siamo solo noi… quelli che poi muoiono presto quelli che però è lo stesso.

Lo gridava a gran voce che ognuno di Noi non ha una vita regolare, che ha problemi, ma l’ha sempre fatto con quel tono di romanticismo che ha conquistato milioni di persone. Il messaggio che passa è: noi ci distruggiamo, abusiamo di sostanze e del nostro corpo, ma perché stiamo male con noi stessi e vogliamo apparire agli occhi degli altri come superuomini. Questo ci porta alla morte della quale però non frega niente a nessuno.

È un po’ diverso dal messaggio: “Voglio morire Rich”.

Per quanto riguarda l’armonia musicale e la composizione, penso non ci sia nemmeno il bisogno di dire qualcosa. Chi legge ed ha studiato un minimo di musica, intuisce il perché.

Inoltre, più di una volta mi è capitato di leggere in giro per il web un ormai famoso accostamento: “Quelli che ascoltano Vasco sono ritardati”. Oltre a non aver capito niente della vera musica italiana, si dimenticano che per essere piaciuti un’estate ci vuole un produttore bravo e solitamente una canzone di bassa qualità. Per stabilire il record per il maggior numero di biglietti venduti nel mondo per un artista, forse qualcosa in più c’è.

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Modena Park, 1° Luglio 2017

“Io non sono un cattivo maestro. Non sono proprio un maestro: semmai sono cattivo, ma maestro no. Non sono un esempio, sono una persona, un uomo. Sono la voce di chi non ha voce, sono la voce della gente.”

EDOARDO CAPPELLARI

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