È più o meno da quando ho incominciato a parlare e a comprendere ciò che mi stava intorno che sento ripetere ai microfoni di tutte le reti nazionali il mantra piddino: “dobbiamo ricostituire una sinistra forte, unita, che pensi al bene comune“.
Più o meno ogni anno, cioè ogni nuova scissione partitica della sinistra, il neo segretario di partito non fa altro che ripetere una filastrocca imparata a memoria davanti ad una platea autoreferenziale sempre più vecchia e sempre più scarna.

“Dobbiamo ricostituire una sinistra forte, unita, che pensi al bene comune“: nel 2017 si stacca una frangia consistente del PD per creare Articolo 1.
“Dobbiamo ricostituire una sinistra forte, unita, che pensi al bene comune“: a dicembre dello stesso anno nasce Liberi Uguali con la pretesa di raggruppare tre partiti(ni) in vista delle elezioni. Chi ne ha più notizia?
“Dobbiamo ricostituire una sinistra forte, unita, che pensi al bene comune“: nel 2019 si stacca un’altra frangia, quella dei renziani, facendo nascere Italia Viva.
“Dobbiamo ricostituire una sinistra forte, unita, che pensi al bene comune“: questa volta tocca a Carlo Calenda con Azione, come poteva essere da meno.
Sono partito dalle scissioni più recenti ed “importanti” salvo scrivere un poema che per lunghezza supererebbe Guerra e Pace di Tolstoj.
Scissioni che passano in sordina e che a detta dei Dem sono il cuore dell’essenza democratica. Scissioni che però hanno un effetto a livello politico soprattutto nella capacità di conquista del voto. Non è un caso quindi che la Lega (nord) sia stimata intorno al 34%.
Ehi PD, attribuirsi un po’ di responsabilità mai?
Rispondo io: “nemmeno per scherzo”.
Anzi, la logica fin qui adottata è sempre stata quella di denigrare il tutto all’ignoranza della gente, alla non cultura, al fascismo, alle destre xenofobe.
Alla domanda sul perché vi è xenofobia e paura non vi è mai una risposta (concreta). Davvero pensate che le persone si siano svegliate improvvisamente ignoranti e razziste? O che lo siano diventate per l’effetto Salvini? Forse sarebbe meglio rendersi conto che una parte di elettori, essendo spaventata dal nuovo che avanza e avendo sempre meno sicurezza sociale ed economica vive in un perenne stato di confusione. Non trovando una corrispondenza politica in un serio partito di sinistra si butta quindi sull’unica alternativa possibile (purtroppo).
Il partito di “sinistra” più importante d’Italia non si è mai interrogato sul perché non venisse più votato dal proprio popolo; sul perché le periferie operaie votino destra (alle volte anche estrema); sul perché ai Parioli “so tutti comunisti” in cabina elettorale salvo poi ritornare a casa con il proprio Porsche Cayenne.
La sinistra costituisce un fronte Anti-Salvini e nemmeno su un punto così chiaro e netto riesce ad essere d’accordo.
Continuano imperterrite le separazioni e i divorzi.
Dov’è il bene comune tanto osannato? Dov’è l’unità politica? Qual è l’obbiettivo? Seriamente credete che costituire un’associazione politica nella quale tutti si azzannano come squali predatori sia il cuore della democrazia?
L’ulteriore dimostrazione della pochezza di contenuto è che l’unica forza politica a fare propaganda contro la forza di opposizione come se quest’ultima fosse al governo non poteva altro che essere il PD (accompagnati dai puri e casti grillini che a seconda di dove tira il vento riescono a trasformarsi dai più integerrimi difensori del sovranismo italico ai compagni di partito più fedeli). Si vede che vent’anni di antiberlusconismo non hanno portato nemmeno lontanamente ad una sintesi politica nel nostro Paese.
L’importante era gridare ai microfoni che la colpa delle mancate risposte chieste dall’elettorato era dei precedenti governi Berlusconi. Ennesimo mantra che sfruttato dai grillini in epoca recente farà guadagnare alla nuova forza politica le redini del governo.
Inoltre, provo un senso di disgusto nel vedere ogni volta appropriarsi di atti politici come quello promosso dalle #sardine.
Se ventimila persone sono scese in Piazza Maggiore a Bologna è perché pur essendo di sinistra evidentemente non si sentono rappresentate. Se il PD è senza contenuto e senza idee, non è giusto che rivendichi ogni azione indipendente di piazza come se fosse l’ancora di salvezza della sinistra italiana.
Per quanto riguarda l’autocritica, il PD dovrebbe ripartire da ragazzi come Nicholas Ferrante, giovane militante del partito.
Rimboccatevi le maniche, unitevi davvero, pensate all’obiettivo comune da raggiungere e finitela con queste isterie da palazzo.
Gli elettori sono stanchi, non vi credono più. Tanti ex socialisti ed ex comunisti danno il proprio voto a Salvini proprio per la mancanza di fiducia.
Concludo guardandomi allo specchio e riconoscendomi come elettore verosimilmente attratto da temi di sinistra ma pessimista sulla possibilità di cambiamento, in cuor mio mi vedrò costretto negli anni a venire a continuare a rigare la scheda per la pochezza politica ogni volta proposta.
EDOARDO CAPPELLARI