Da inizio autunno 2021 si è registrato un notevole aumento del prezzo dell’energia dovuto all’impennata che hanno subito i costi di reperimento di gas naturale. Per le tasche dei consumatori questo si è tradotto sostanzialmente in bollette più esose. Ad oggi si ipotizza un aumento complessivo dei costi di circa il 40%.

Ma quali sono le cause?
La prima è identificabile nella ripresa economica che sta attraversando tutto l’occidente nel post lockdown. Il ritorno a livelli di produzione propri dell’era pre covid da parte delle aziende unito alle difficoltà di trasporto che si sono riscontrate nell’ultimo trimestre hanno fatto incrementare la domanda e quindi il prezzo d’acquisto. In quest’ottica gioca un ruolo fondamentale la Cina che è riuscita a contrattare condizioni vantaggiose con la Russia, il più grande esportatore di gas per l’Europa. Ciò, unito all’aumento della domanda globale ha inflazionato vistosamente i prezzi.

Un ulteriore ruolo fondamentale è giocato dalla Unione europea attraverso l’Emission Trading System. Nell’ottica della riduzione dell’emissione di CO2 per cercare di arrivare entro il 2030 a ridurre del 40% i livelli emessi rispetto al 2005, il Parlamento europeo ha promosso (tramite Direttiva 2003/87/CE) un sistema che obbliga la riduzione di produzione di CO2 da parte delle aziende dei Paesi che ne aderiscono: questo sistema si basa sull’assegnazione di quote di produzione che definiscono un tetto massimo alla produzione di CO2. Tale sistema è pensato nell’ottica di forzare le imprese ad un investimento in ricerca e sviluppo, in modo tale da destinare ingenti quantità di denaro ad una possibile soluzione duratura, sostenibile e rinnovabile.
Nell’ottica di breve periodo, anche alla luce di quanto discusso durante l’ultimo G20, c’è però l’intento generale di ridurre i prezzi. A detta del Commissario europeo all’energia, Frans Timmermans, tale calmierazione non deve però minare il funzionamento del ETS; in tal modo si vuol far accettare ai consumatori che i prezzi aumenteranno in ogni caso, con l’obiettivo ultimo di contrastare il riscaldamento globale e virare definitivamente verso un sistema green. La preoccupazione risiede maggiormente nella percezione del consumatore, il quale, vedendo aumentare i prezzi in bolletta, potrebbe effettivamente abbandonare l’idea di favorire politiche di “energia pulita” in previsione di una minore spesa nel breve periodo.
EDOARDO CAPPELLARI