HAI MAI PENSATO A QUANDO ANDRAI IN PENSIONE?

Secondo i dati Ocse l’Italia, grazie anche alla legge Dini che prevede un calcolo pensionistico totalmente contributivo, sarà uno degli Stati europei con la più alta età pensionabile per i neo- lavoratori di oggi: circa 71 anni.

A causa dell’aumento progressivo dell’età media della popolazione e a riforme pensionistiche inique varate negli anni della Prima Repubblica (vedi baby pensioni) ad oggi si stima che con il puro sistema contributivo per ricevere una pensione che sia almeno una volta e mezzo l’assegno sociale (circa 700 euro) bisognerà lavorare oltre i 70 anni. Gli alti benefici elargiti a pensionati relativamente giovani che l’Italia ha concesso dal secondo dopoguerra fino alla riforma del ’95 ha di fatto posto il Bel Paese nelle condizioni di essere uno degli Stati membri europei con più spesa PIL in pensioni: circa il 17%. Per tradurlo in cifre facilmente comprensibili significa che dei 1800 miliardi di euro di prodotto interno lordo annuo l’Italia destina 306 miliardi di euro in pensioni (dato destinato a calare). Ulteriore “problema” è il progressivo innalzamento dell’età media della popolazione italiana: si attesta che nel 2050 ogni 100 persone lavoratrici ci saranno 74 persone pensionate.  

A tal proposito il Presidente del Consiglio Mario Draghi vede come possibile alternativa una pratica da sempre utilizzata nei Paesi con meno welfare “statale” rispetto ai Membri dell’Unione: quella del pensionamento integrativo privato che fungerebbe da stampella alla pensione statale. Anche nel report redatto dalla Commissione europea “ADEGUATEZZA E SOSTENIBILITÀ DELLE PENSIONI” del 2017 si afferma che nei Paesi dove la spesa pensionistica pubblica è destinata a diminuire (vedi Croazia, Danimarca, Francia, Italia, Lettonia) saranno promosse iniziative di incentivo al risparmio complementare da destinare alle pensioni.

L’intento sarebbe quindi quello di educare due generazioni (Millennials e Generazione Z) cresciute anche grazie alle pensioni dei propri nonni a coltivare una cultura finanziaria personale minima. 

Un ex sistema pensionistico iniquo unito al calo demografico e all’innalzamento dell’età media della popolazione mette di fronte ai governanti una delle sfide più cruciali del nuovo millennio: come creare un sistema virtuoso in grado di non rendere i giovani precari di oggi che hanno bassi salari e rapporti lavorativi discontinui nei pensionati poveri del futuro? 

EDOARDO CAPPELLARI

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