SARDEGNA secondo ME

È da circa tre anni che penso a cosa poter scrivere sulla Sardegna. La prima volta che ci sono stato ho subito avuto la tentazione di scrivere di getto tutto quello che mi aveva trasmesso questa fantastica Isola. Eppure, c’è stato qualcosa che mi ha fermato: come se una vocina in testa mi avesse detto di portare pazienza perché ancora non avevo ben chiaro cosa scrivere. Dopo tre anni, posso dire che ho avuto ragione ad ascoltarmi. Vorrei infatti iniziare questo mio breve racconto così: la Sardegna è una terra da scoprire. Ho fatto fatica a focalizzare quello che per me rappresenta questa terra lontana e quello che credo di aver capito del suo popolo così misterioso. Gente molto distante a primo acchito dal mio modo di vivere. Persone apparentemente chiuse e montanare, agli antipodi dal mio essere solare e caciarone. Eppure, questa loro timidezza iniziale mi ha stregato. Ho capito che il sardo non è di per sé timido bensì un ascoltatore. Stanno in silenzio perché ti ascoltano. I Sardi parlano poco ma in un certo senso secondo me ti studiano tanto. In primis perché sono un po’ diffidenti dell’italiano medio, figuriamoci di un nordico.

E come biasimarli dato che andare ad agosto in Costa Smeralda è come andare in Brianza e dintorni invece che in Sardegna. Praticamente la costa nord-est sarda d’estate è una succursale della città metropolitana di Milano. Di fatto è come se la Lombardia si trasferisse. In secondo luogo, perché per noi settentrionali la Sardegna è solo “belle spiagge e movida estiva”, ahimè Briatore docet. Beh, dopo tre anni posso dirvi che se un vostro amico torna dicendo

<<Sì sì la Sardegna la conosco, sono stato a Porto Cervo…>> 

significa che non ha mai visto la vera Isola.

Innanzi tutto, la Sardegna, sembra strano a dirsi, non è una terra di mare. Ed è proprio questa la peculiarità dei sardi. Vivono in un’Isola ma non sono gente di mare. I sardi sono pastori. Non hanno tradizione di pesca o itticoltura e non sono mai stati un popolo di navigatori. È un’Isola famosa per il mare caraibico che però esprime il suo vero potenziale nel proprio entroterra.

Mamuthones

Non a caso in Sardegna si mangia maialetto e agnello e una delle loro rappresentazioni più folcloristiche è quella dei Mamuthones che si svolge a Mamoiada in provincia di Nuoro. La Sardegna è una terra fiera, orgogliosa, piena di sole e tradizioni. Un popolo strano quello dei sardi, che definisce noi italiani come continentali. Dopo aver conosciuto persone sarde capisci che forse tutti i torti non li hanno nel definirci così. Se vai in Sardegna in effetti non vai al sud Italia, vai in una cosa diversa, difficile da spiegare a parole e più facile da vivere. Non bisogna infatti, come facevo io da profano, nemmeno comparare la Sicilia e la Sardegna in quanto isole. Sarebbe comparare le pere con le mele.

La Sardegna è una terra arida e selvaggia, che è rimasta più incontaminata di molte altre realtà italiane e che per questo mantiene un forte magnetismo nei suoi visitatori. Una terra circondata da un mare incredibilmente bello che non finisce mai di stupirti per il suo fascino. Una terra che è fonte di ispirazione. Una terra che effettivamente è stata dimenticata e sfruttata, abitata da persone molto orgogliose e protettive che si sentono isolate da uno Stato che faticano a vedere e sentire. Una terra dai sapori e profumi unici, caratteristici solo di quel posto.

Isola che non si sente Italiana ma che invece ha giocato un ruolo importantissimo per quello che è stato il preludio del nostro Stato odierno. Basti pensare che Cagliari è stata capitale del Regno di Sardegna e che Caprera è stata la casa di Garibaldi nel suo ultimo periodo di vita.

Ma anche in epoca moderna la Sardegna è stata teatro di importanti tappe italiane: all’Asinara, per esempio, soggiornarono Falcone e Borsellino durante la fase di istruttoria del Maxi Processo nel 1985 e lo stesso carcere è stato per quattro anni “casa” anche di Toto’ Riina.

Residenza estiva di Falcone e Borsellino all’Asinara nel 1985

La Sardegna è inoltre terra natale di uno dei politici più amati della storia repubblicana, Enrico Berlinguer, e di ben due Presidenti della Repubblica: Segni e Cossiga.

Enrico Berlinguer

Personalmente, data la mia passione (o malattia) musicale, mi piace anche sempre ricordare che la Sardegna è terra natale di Vita Spericolata di Vasco Rossi che nel 1982 la scrisse ad Assemini.

È una terra unica. Che nel nord ti accarezza il viso con il Maestrale e al Sud ti brucia la pelle con il suo caldo africano. È una terra che ti accoglie e ti vizia. È una terra che riconosci nei colori degli occhi delle donne sarde: scuri e profondi.

Entrare nel cuore di un sardo è difficile, ma una volta entrati non si perde più il proprio posto.

Oltre alle mille parole che uno potrebbe utilizzare per descrivere questa magnifica terra le più azzeccate le ha già scritte una delle donne sarde più importanti, Premio Nobel per la letteratura:

[…] Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo,

lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.

[…] Siamo una terra antica di lunghi silenzi,

di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,

di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.

Noi siamo sardi.

GRAZIA DELEDDA

EDOARDO CAPPELLARI

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